La struvite nel gatto rappresenta un disturbo particolarmente frequente che può essere causa di dolorose cistiti.
Una diagnosi precoce e un trattamento adeguato e tempestivo consentono di limitare i sintomi clinici e risolvere rapidamente la patologia.
La struvite nel gatto: che cos’è e perchè si forma
La struvite è un composto minerale costituito da ammonio magnesio fosfato esaidrato e può formarsi nelle urine sotto forma di cristalli oppure calcoli, ovvero aggregati di cristalli di struvite che possono avere forma e grandezza variabile.
La struvite nel gatto, ma anche nel cane, si forma quando le urine sono alcaline (cioè quando il pH è superiore a 6,5) e contemporaneamente aumenta la concentrazione nelle urine degli ioni magnesio, ammonio e fosfato.
Razze più colpite e fattori predisponenti la formazione di struvite nel gatto
I calcoli di struvite rappresentano la tipologia di urolitiasi più frequente nel gatto (circa il 45-50% dei casi).
Tutti i gatti possono essere potenzialmente colpiti, ma i soggetti di razza pura, in particolare quelli a pelo lungo, presentano un rischio maggiore. Alcune razze come Ragdoll e Oriental Shorthair sono particolarmente predisposte alla formazione di struvite.
I maschi sono più colpiti rispetto alle femmine e nella maggioranza dei casi sono soggetti sterilizzati. Diversi fattori predispongono alla formazione della struvite nel gatto tra cui obesità, sedentarietà, stress e alimentazione.
Nel gatto, nel 95% dei casi la struvite si forma in assenza di infezioni batteriche urinarie; ciò significa che, a differenza del cane in cui la patologia è quasi sempre associata ad una infezione delle vie urinarie, nel gatto ciò non accade e non si rileva presenza significativa di batteri nell’esame delle urine e nell’urinocoltura.
Sintomi clinici
La struvite nel gatto può causare sintomi clinici diversi a seconda che si presenti nell’apparato urinario sotto forma di cristalli oppure di calcoli. In questo secondo caso, la gravità dei sintomi clinici dipende da diversi fattori tra cui le dimensioni, la localizzazione (alte o basse vie urinarie), l’eventuale ostruzione del flusso urinario, la funzionalità renale ed eventuali malattie concomitanti del paziente.
Nel gatto la struvite causa i sintomi tipici della cistite:
- disuria (difficoltà ad urinare)
- pollachiuria (maggiore frequenza nella minzione, spesso associata a necessità urgente di urinare)
- stranguria (minzione dolorosa e intermittente)
- ematuria (presenza di sangue nelle urine).
Nel caso di ostruzione parziale o totale delle vie urinarie, possono essere presenti rispettivamente oliguria (ridotta emissione di urine) e anuria (mancata emissione di urine). In caso di anuria, la situazione è critica: per via dell’iperazotemia conseguente all’ostruzione urinaria, il gatto può presentare vomito, anoressia, disidratazione e shock ipovolemico. In questi casi è necessario un intervento immediato del Medico Veterinario per rimuovere l’ostruzione, ripristinare velocemente il flusso urinario ed evitare che si verifichi un blocco renale nel gatto.
Diagnosi dell’urolitiasi da struvite nel gatto
L’iter diagnostico prevede la visita clinica, gli esami di laboratorio e la diagnostica per immagini.
Per quanto riguarda quest’ultima, di solito si ricorre all’ecografia, la tecnica migliore nel rilevare i calcoli, meglio ancora se associata anche alla radiografia, che consente di valutare localizzazione, dimensione e forma dei calcoli di struvite (che sono radiopachi, cioè rilevabili in RX, a differenza di altri tipi di calcoli che invece non sono visibili).
Per quanto concerne gli esami di laboratorio, è consigliabile eseguire sempre un esame urinario (analisi chimico-fisica e valutazione del sedimento al microscopio) e un esame del sangue completo (emocromo e profilo biochimico).
Trattamento terapeutico nel gatto
A parte casi particolarmente critici e a forte rischio di ostruzione nei quali è preferibile intervenire chirurgicamente, nella maggior parte dei pazienti è possibile risolvere la patologia con una terapia medica.
Poiché la struvite si forma in presenza di urine basiche (pH > 6,5), è fondamentale l’acidificazione delle urine che si ottiene somministrando per via orale acidificanti urinari oppure modificando la dieta.
L’acidificazione delle urine consente di dissolvere i calcoli di struvite presenti nelle vie urinarie e di prevenirne l’ulteriore formazione.
In tutti gli animali colpiti da questa patologia, ma in modo particolare nel gatto, è fondamentale il controllo del dolore con un’adeguata terapia antidolorifica (ad esempio con FANS , analgesici oppiacei, antispastici).
Importante ai fini di ridurre le recidive è individuare ed eliminare le eventuali cause predisponenti. Nel gatto lo stress gioca un ruolo fondamentale in questo senso, pertanto è necessario mettere in atto misure opportune al fine di riuscire a limitarne il più possibile le conseguenze negative sull’organismo.
Tra queste si annoverano l’arricchimento ambientale e l’utilizzo di prodotti spray e diffusori ambientali con effetto rilassante (ad esempio Pet Remedy).
Dieta urinaria o acidificanti delle urine?
La risposta corretta è “Dipende!”.
Infatti, nella scelta tra una soluzione piuttosto che l’altra bisogna prendere in considerazione diversi fattori.
I gatti per loro natura sono molto esigenti in fatto di appetibilità, pertanto spesso non accettano il passaggio dalla dieta consueta a quella urinaria, rifiutandola categoricamente sin da subito o dopo poco tempo.
Questo porta il proprietario a provare diverse altre diete urinarie per accontentare il gatto, spesso senza successo, per poi ritornare in breve tempo a quella originale.
Chiaramente tutto ciò si ripercuote sul processo di acidificazione urinaria che risulta dunque rallentato, se non addirittura interrotto.
Non solo, i continui cambi di alimentazione nella speranza di trovare la dieta gradita all’animale, rappresentano una fonte di stress per il gatto e dal momento che è risaputo che in questa specie lo stress predispone allo sviluppo di disturbi delle vie urinarie, ciò andrebbe evitato.
Inoltre, le diete urinarie tendono ad abbassare in maniera più lenta il pH urinario rispetto alla somministrazione degli acidificanti urinari, pertanto si prestano meno ad un trattamento d’urgenza in cui è necessario favorire una rapida dissoluzione dei calcoli.
D’altro canto, bisogna prendere in considerazione la collaborazione del proprietario. È chiaro che se per motivi gestionali il proprietario non riesce a somministrare l’acidificante urinario, la scelta cadrà inevitabilmente sulla dieta urinaria.
Dunque, non esiste una soluzione acidificante migliore dell’altra, ma nella scelta tra la dieta o la terapia acidificante si dovrà tener conto della situazione clinica e del contesto di vita di ogni singolo gatto.
In conclusione
Riassumendo, possiamo concludere che il problema della struvite nel gatto è strettamente collegato alla coesistenza di diverse cause predisponenti. Pertanto, ai fini della completa risoluzione, è necessario mettere in atto un trattamento terapeutico su più fronti, al fine di individuare ed eliminare, o perlomeno limitare, tutti questi fattori predisponenti.
Se l’animale presenta sintomi riconducibili alla patologia o al disturbo qui presentati, rivolgersi al proprio Medico Veterinario di fiducia.