Il cane scuote o gratta le orecchie? Si lamenta e tiene l’orecchio abbassato? Attenzione, potrebbe avere l’otite!
Nel cane l’otite esterna è una patologia piuttosto frequente, tant’è vero che quasi tutti i cani almeno una volta nella loro vita incappano in questo problema.
In alcuni soggetti particolarmente predisposti il problema si ripresenta ripetutamente, con notevole frustrazione sia per l’animale sia per il proprietario, e diventa un vero e proprio “rompicapo” da risolvere.
Tuttavia, per riuscire a trattare questa patologia con successo è necessario prima conoscerla, capire da cosa è causata e soprattutto quali accorgimenti adottare per prevenirla.
Che cos’è l’otite esterna del cane?
Il termine otite esterna fa riferimento al processo infiammatorio che coinvolge il padiglione auricolare e il condotto uditivo dell’animale. Può essere colpito un solo orecchio o entrambi.
L’infiammazione a carico di queste strutture causa una serie di eventi (ad esempio aumento di temperatura e umidità nel condotto uditivo) che rendono l’orecchio un habitat favorevole alla crescita e alla moltiplicazione di microrganismi patogeni, perlopiù batteri e lieviti (Malassezia pachydermatis).
L’infiammazione è accompagnata da edema e infiltrazione di cellule infiammatorie che vanno a formare progressivamente l’essudato, tipicamente presente in caso di otite. Inoltre, le ghiandole ceruminose aumentano l’attività secretoria e, di conseguenza, la quantità di cerume prodotto.
L’infiammazione del condotto uditivo e l’abbondante presenza di materiale all’interno riducono drasticamente il lume del meato uditivo.
In casi di otite esterna cronica non trattata, si possono osservare una serie di alterazioni patologiche progressive che conducono a fibrosi e calcificazione dei condotti uditivi esterni.
Da cosa è causata l’otite esterna nel cane?
L’otite esterna può essere causata da uno o più agenti eziologici. Inoltre, può essere predisposta dalla presenza di alcuni fattori scatenanti.
Soltanto un iter diagnostico scrupoloso può consentire di identificare tutti i fattori che hanno determinato e/o contribuito nello sviluppo dell’otite.
A tale scopo può essere d’aiuto lo schema di classificazione eziologica di Griffin che suddivide le cause di otite esterna in fattori predisponenti, cause primarie, secondarie e fattori perpetuanti.
Fattori predisponenti
I fattori predisponenti sono quelle condizioni che aumentano il rischio di sviluppo dell’otite esterna, tuttavia da soli non sono in grado di causare la malattia. In associazione con una o più cause, primarie o secondarie, contribuiscono allo sviluppo della patologia e favoriscono le recidive.
I fattori predisponenti l’otite esterna nel cane sono rappresentati da:
- conformazione anatomica del padiglione e del condotto uditivo (orecchie pendule, meato uditivo stretto, ecc.)
- fattori climatici (elevate temperatura ed umidità ambientale)
- eccesso di peli all’imbocco del canale auricolare (condizione tipica di certe razze canine come barboncini, yorkshire terrier, ecc.)
- patologie ostruttive (ad esempio neoformazioni nel condotto uditivo).
Cause primarie
Le cause primarie comprendono tutte quelle condizioni che da sole sono in grado di causare l’otite esterna nel cane e sono rappresentate da:
- parassiti (soprattutto Otodectes cynotis, in tal caso si parla di otoacariasi; per maggiori informazioni visita la pagina “Gli acari delle orecchie del cane e del gatto”)
- malattie allergiche quali atopia, allergie alimentari e da contatto
- difetti di cheratinizzazione primari (ad esempio seborrea idiopatica) o secondari a malattie metaboliche come l’ipotiroidismo
- corpi estranei come ariste di graminacee (meglio conosciute con il termine di “forasacco”) o residui di medicamenti topici
- iperplasia delle ghiandole sebacee
- malattie autoimmuni.
Cause secondarie
Le cause secondarie comprendono tutti quei fattori che causano otite in un orecchio già alterato o in presenza di uno o più fattori predisponenti.
Nel cane sono rappresentate da:
- batteri (ad esempio S. intermedius, Pseudomonas spp., Proteus spp.)
- lieviti (Malassezia pachydermatis)
- reazioni irritative da contatto dovute all’applicazione topica di preparazioni ad uso otologico.
Talvolta, possono essere presenti più cause contemporaneamente.
Fattori perpetuanti
I fattori perpetuanti rappresentano tutti quegli elementi che contrastano la guarigione dell’otite e sono il risultato della cronicizzazione dell’infiammazione.
Essi sono rappresentati da:
- alterazioni patologiche del condotto uditivo
- alterazioni della membrana timpanica
- otite media (quando l’infiammazione coinvolge anche la bolla timpanica).
Quali sono i sintomi di otite esterna nel cane?
I cani possono presentare diversi sintomi a seconda del tipo di otite, della gravità e della durata del processo patologico.
I sintomi più comunemente osservati sono:
- prurito, grattamento delle orecchie, talvolta accompagnati da escoriazioni dei padiglioni auricolari conseguenti all’autotraumatismo (soprattutto in caso di otoacariasi)
- scuotimento delle orecchie (soprattutto in caso di otite da corpo estraneo, ad esempio un forasacco); se il cane scuote e gratta insistentemente e a lungo le orecchie si può creare un otoematoma (cioè una raccolta di sangue nella pinna auricolare)
- presenza di abbondante materiale ceruminoso ed essudativo (ad esempio in caso di otite da Malassezia l’essudato si presenta scuro e maleodorante; in caso di otite purulenta l’essudato è costituito da pus e detriti cellulari)
- eritema del padiglione auricolare, edema ed infiammazione del condotto uditivo
- orecchio abbassato, dolore alla palpazione
- in caso di otite cronica nel cane, quando la patologia sta iniziando ad interessare la bolla timpanica e dunque sta evolvendo ad otite media, è possibile osservare, oltre ai sintomi clinici descritti prima, anche segni neurologici come testa deviata o ruotata, perdita di equilibrio, sindrome di Horner, neuropatia facciale.
Come si diagnostica l’otite esterna nel cane?
Dal momento che l’otite esterna può essere dovuta non solo ad un unico fattore eziologico, ma alla contemporanea presenza di più fattori, locali o sistemici, è opportuno ai fini della diagnosi effettuare un’accurata anamnesi generale e dermatologica.
È importante capire se si tratta di un problema ad insorgenza acuta e improvvisa oppure di un problema cronico, insorto in maniera subdola.
Durante la visita è fondamentale discernere tra un problema localizzato esclusivamente a livello auricolare oppure sistemico, dunque con contemporanea presenza di altri segni clinici dermatologici e sistemici.
La visita clinica otologica prevede:
- ispezione e palpazione dei condotti uditivi
- esame otoscopico
- esame citologico dell’essudato presente nel canale auricolare
- eventualmente esame colturale ed antibiogramma.
Segnalamento, anamnesi e dati clinici permetteranno di inquadrare meglio il problema, individuare una serie di sospetti diagnostici e pianificare l’iter diagnostico-terapeutico.
Qual è la terapia per l’otite esterna nel cane?
Dal momento che l’otite esterna può essere dovuta non solo ad un unico fattore eziologico, ma alla contemporanea presenza di più fattori (locali o sistemici), la terapia non è standard, ma è diversa a seconda del caso clinico.
Dunque, è caldamente consigliato evitare qualsiasi forma di fai-da-te onde evitare di peggiorare il problema, e rivolgersi sempre al proprio Medico Veterinario di fiducia.
È comunque possibile individuare una linea terapeutica comune per tutti i tipi di otite esterna, che ha i suoi fondamenti in tre punti:
- pulizia del condotto uditivo e talvolta anche delle cavità timpaniche
- risoluzione del processo infiammatorio-infettivo mediante specifica terapia medica, locale e/o sistemica
- controllo di eventuali recidive mediante risoluzione della causa scatenante ed eliminazione dei fattori predisponenti e perpetuanti.
Pulizia del condotto uditivo
La pulizia delle orecchie del cane con prodotti idonei (ad esempio Deroxen Pet Line Oto e Cerulen) è essenziale, non solo per visualizzare meglio lo stato del canale auricolare e della membrana timpanica, ma anche per ripulirlo dagli essudati e dai detriti che potrebbero rendere meno efficaci i medicamenti utilizzati per la terapia locale.
Per maggiori informazioni consulta la pagina “Come pulire le orecchie al cane”.
Terapia locale e/o sistemica
A seconda del tipo di otite, della gravità e della durata del processo patologico, può essere messa in atto una terapia locale o sistemica, o entrambe.
I principi attivi ad uso locale tipicamente utilizzati sono:
- disinfettanti (ad esempio clorexidina)
- antibiotici (perlopiù utilizzati in caso di otite purulenta ad eziologia batterica)
- antifungini (ad esempio nei quadri gravi di otite da Malassezia)
- antinfiammatori cortisonici (per ridurre il prurito, l’eritema, l’edema e la produzione di essudato)
- antiparassitari (in caso di otite parassitaria da acari dell’orecchio).
Per maggiori informazioni sui farmaci otologici consulta la pagina “Specialità medicinali ad uso otologico: perché utilizzarle”.
La terapia sistemica, perlopiù con antibiotici e cortisonici, è indicata nei casi di otite esterna cronica accompagnata da ulcere ed erosioni che suggeriscono un’infezione profonda o con alterazioni progressive e stenosi del condotto uditivo.
Controllo delle recidive
Chiaramente, per una risoluzione completa e definitiva dell’otite, è necessario individuare e eliminare quanto prima eventuali fattori predisponenti (ad esempio neoformazioni ostruttive nel canale auricolare) e/o perpetuanti (ad esempio stenosi e calcificazione del condotto uditivo), altrimenti è assai probabile che la patologia si ripresenti al termine del trattamento terapeutico.
In conclusione
Riassumendo:
Se l’animale presenta sintomi riconducibili alla patologia o al disturbo qui presentati, rivolgersi al proprio Medico Veterinario di fiducia.