Il coniglio è un animale estremamente delicato e una delle malattie più frequenti in questa specie è la rogna psoroptica (o rogna auricolare) che, se non trattata precocemente, può anche mettere a rischio la sua vita.
L’individuazione precoce della patologia e il trattamento immediato consentono nella maggior parte dei casi la completa risoluzione.
Gli acari dell’orecchio del coniglio
L’otoacariasi o rogna auricolare del coniglio (detta anche rogna psoroptica) è una patologia parassitaria dovuta ad un acaro chiamato Psoroptes cuniculi.
Psoroptes cuniculi e il suo ciclo vitale
L’acaro Psoroptes cuniculi è cosmopolita. Tende a colonizzare il padiglione auricolare e il condotto uditivo del coniglio, sito nel quale compie il suo ciclo biologico che dura circa 3 settimane.
Dopo l’accoppiamento la femmina depone le uova. Da queste fuoriescono larve che si trasformano poi in ninfe e successivamente in adulti, ricominciando da capo il ciclo vitale.
Ogni femmina può deporre un notevole numero di uova in tempi molto brevi causando la rapida infestazione del coniglio e la comparsa di lesioni.
La rogna auricolare causata da Psoroptes cuniculi non va confusa con la rogna sarcoptica dovuta all’infestazione di un altro acaro Sarcoptes scabiei.
Questo acaro, diversamente da Psoroptes cuniculi, è in grado di contagiare anche il cane e l’uomo, oltre al coniglio. Sarcoptes scabiei scava delle “gallerie” nella pelle del coniglio, causando la comparsa di croste e lesioni inizialmente al livello delle dita, delle orecchie, del naso e degli occhi e diffondendosi poi rapidamente in tutto il corpo dell’animale.
Quali sintomi clinici causa la rogna psoroptica?
Gli acari delle orecchie nel coniglio possono causare una forma piuttosto grave di otite parassitaria caratterizzata da intenso e incessante prurito, conseguente grattamento da parte dell’animale e formazione di croste grosse e spesse a livello del padiglione auricolare, che possono estendersi andando ad interessare nei casi più gravi anche altre parti del corpo.
Il grattamento frequente e la comparsa di ferite aperte possono predisporre all’insorgenza di infezioni batteriche secondarie, con formazione di pus, comparsa di febbre e setticemia.
Nelle forme più gravi e non trattate il coniglio può morire a causa di complicazioni sistemiche.
Come si diagnostica?
La diagnosi di otoacariasi nel coniglio è molto semplice perché la presentazione clinica è piuttosto tipica. Inoltre, è molto facile individuare al microscopio l’acaro responsabile.
Come si cura?
Nonostante la patologia sia molto pericolosa per il coniglio, è piuttosto semplice trattarla, anche nelle forme più gravi e avanzate.
Per la terapia può essere effettuata un’iniezione di ivermectina oppure possono essere utilizzati prodotti ad uso esterno con principi attivi antiparassitari, come estratto di piretro, selamectina e moxidectina.
Contrariamente a quanto si possa pensare, bisogna evitare di staccare le croste presenti perché ciò arreca dolore al coniglio e può causare sanguinamento e sovrainfezione batterica. È necessario attendere che cadano spontaneamente nel giro di qualche giorno dopo il trattamento.
Profilassi
L’otoacariasi è una patologia molto frequente nel coniglio ed è spesso diffusa in condizioni di sovraffollamento (soprattutto negli allevamenti), scarsa igiene ambientale e trascuratezza degli animali.
Negli allevamenti è molto importante prestare attenzione ai nuovi ingressi, facendo rispettare un periodo di quarantena ed isolamento dagli altri animali: infatti, il nuovo arrivato potrebbe veicolare gli acari in forma non ancora evidente e contagiare gli altri conigli in caso di immediata introduzione nel gruppo.
La profilassi per questa patologia prevede un’accurata pulizia delle gabbie e degli ambienti in cui soggiornano gli animali, la rimozione quotidiana degli accumuli di sporco e deiezioni e il lavaggio e la disinfezione periodici delle superfici.
I disinfettanti a base di sali quaternari di ammonio o di ipoclorito di sodio possono essere inclusi nei piani di disinfezione degli ambienti, avendo cura di non nuocere agli animali.
Tutti i conigli andrebbero esaminati periodicamente e, in caso di sospetto, il soggetto interessato andrebbe immediatamente isolato dagli altri.
La rogna psoroptica, oltre gli animali in allevamento, può colpire anche conigli d’affezione che vivono in casa. Spesso si presenta in concomitanza di situazioni di stress, condizioni di immunodepressione oppure in seguito all’introduzione di un nuovo soggetto nell’ambiente domestico. Le misure terapeutiche e preventive sono le stesse adottate per la gestione della patologia in allevamento.
In conclusione
La rogna psoroptica del coniglio è una malattia parassitaria molto frequente in questa specie soprattutto nei soggetti immunodepressi e che vivono in condizioni di sovraffollamento e scarsa igiene.
La patologia può però essere risolta con successo se viene diagnosticata e trattata precocemente.
Per evitare la diffusione del parassita è fondamentale la profilassi, soprattutto negli allevamenti: una corretta e frequente pulizia e disinfezione ambientale e un controllo periodico degli animali sono misure idonee a limitare il rischio di infestazione.
Se l’animale presenta sintomi riconducibili alla patologia o al disturbo qui presentati, rivolgersi al proprio Medico Veterinario di fiducia.