Le malattie della cute rappresentano nel 20-25% dei casi la motivazione principale delle visite veterinarie non specialistiche del cane e del gatto. Tra queste una delle più frequenti è la piodermite. In questo articolo vedremo di cosa si tratta, come si diagnostica e come si cura.
Che cos’è la piodermite?
La piodermite è un’infezione batterica della cute ed è una condizione molto frequente, soprattutto nel cane.
Nella maggior parte dei casi si tratta di una patologia secondaria ad altri problemi dermatologici come la dermatite atopica, la dermatite allergica da pulci (DAP) oppure i difetti di cheratinizzazione.
Inoltre, può rappresentare una complicanza di altre malattie: parassitarie (ad esempio rogne), fungine (ad esempio dermatofitosi) o endocrine (ad esempio ipotiroidismo). Per questo motivo, se non viene riconosciuta e trattata la causa primaria, il rischio di ricadute è molto elevato.
Le piodermiti vengono classificate in base alla profondità delle lesioni in 3 forme principali:
- di superficie
- superficiali
- profonde.
Le piodermiti di superficie e superficiali interessano solo l’epidermide e non si estendono oltre la membrana basale, a differenza di quelle profonde.
Piodermiti di superficie
Le piodermiti di superficie sono infezioni localizzate sulla superficie dell’epidermide e coinvolgono solo lo strato corneo.
Sono spesso indotte da autotraumatismo e la presenza di batteri sulla superficie delle lesioni è da considerarsi una colonizzazione più che un’infezione vera e propria.
Appartengono a questo gruppo:
- l’intertrigine o piodermite delle pieghe cutanee
- la dermatite acuta umida o dermatite piotraumatica o hot spot
- la sindrome da sovracrescita batterica.
Di solito sono caratterizzate clinicamente da eritema, alopecia ed essudazione. Inoltre, il prurito è spesso presente.
Piodermiti superficiali
Le piodermiti superficiali interessano soprattutto l’epidermide e la porzione superficiale dei follicoli piliferi.
Appartengono a questo gruppo:
- l’impetigine
- la follicolite superficiale
- la piodermite mucocutanea
- la piodermite superficiale diffusiva.
Le lesioni caratteristiche sono principalmente papule (piccole lesioni rilevate e palpabili della pelle), pustole, croste, collaretti epidermici (lesioni circolari alla cui periferia sono presenti delle croste), eritema, alopecia ed iperpigmentazione. Inoltre il prurito è spesso presente.
Piodermiti profonde
Le piodermiti profonde si estendono oltre la membrana basale e possono coinvolgere tutto il follicolo pilifero, il derma (foruncolosi) e a volte anche il sottocute (pannicolite).
Appartengono a questo gruppo:
- la follicolite/foruncolosi del mento
- la follicolite/foruncolosi del naso
- la follicolite piotraumatica
- la foruncolosi delle estremità
- la pododermatite
- la piodermite dei calli
- la follicolite, foruncolosi e cellulite del pastore tedesco
- la foruncolosi anale
- la cellulite/pannicolite.
Le lesioni tipicamente osservate sono rappresentate da bolle emorragiche, noduli, ulcere, tragitti fistolosi e croste.
Queste lesioni sono spesso dolenti, mentre il prurito è meno frequente.
Come si diagnostica la piodermite?
I segni clinici suggeriscono la diagnosi di piodermite, ma questa deve essere confermata con un esame citologico e, quando necessario, una coltura batterica e un antibiogramma.
L’esame citologico
L’esame citologico è un metodo semplice, veloce e poco invasivo che può essere utilizzato su animali completamente svegli (non sedati nè anestetizzati), con minimi rischi.
Per questo motivo rappresenta il primo approccio diagnostico da mettere in pratica quando si sospetta una piodermite.
Le tecniche citologiche che possono essere utilizzate sono 4:
- citologia con nastro adesivo
- apposizione diretta (applicazione diretta del vetrino sulla lesione)
- apposizione indiretta (raccolta del materiale e trasferimento sul vetrino)
- agoinfissione e agoaspirazione.
Coltura batterica e antibiogramma
La coltura batterica e l’antibiogramma sono necessari quando viene riscontrata anche una sola delle seguenti condizioni:
- infezioni che mettono a rischio la vita dell’animale
- lesioni cliniche compatibili con piodermite profonda
- discordanza tra segni clinici ed esame citologico
- rilevazione di batteri bastoncellari all’esame citologico
- mancanza di efficacia della terapia antibiotica in atto
- dopo uno o più cicli di antibiotici ad ampio spettro
- presenza di ferite che non cicatrizzano
- infezioni post-operatorie o nosocomiali (cioè contratte in ambiente ospedaliero)
- recenti contatti dell’animale o del proprietario con il servizio sanitario.
Come si cura la piodermite?
Trattandosi di un’infezione batterica, il trattamento cardine di questa patologia è la terapia antibiotica.
Tuttavia, una volta confermata la diagnosi di piodermite, è importante considerare se l’infezione è abbastanza profonda, grave e/o generalizzata da giustificare il ricorso ad un trattamento con antibiotici sistemici.
Terapia topica nelle piodermiti di superficie
Nei casi di piodermite di superficie sono da preferirsi shampoo e spray antisettici ad uso topico. Queste forme di piodermite si prestano ad un trattamento topico, sia per il fatto che sono determinate da una sovracrescita microbica che avviene sulla superficie cutanea senza colonizzazione degli strati profondi sia perché sono condizioni tendenzialmente localizzate.
La terapia topica da sola risulta essere efficace nella risoluzione delle piodermiti di superficie, come si evince dallo studio “Efficacia di uno spray cutaneo a base di clorexidina, allantoina e alfa-bisabololo nel trattamento delle piodermiti di superficie del cane”.
La terapia topica può comunque essere utile anche nei casi più gravi (piodermiti superficiali e profonde) in cui è necessario ricorrere alla terapia antibiotica sistemica: infatti, consente di accelerare la guarigione e ridurre la durata del trattamento antibiotico.
Le formulazioni ad uso topico impiegate sono varie: shampoo, schiume, gel, creme.
Possono contenere principi attivi antisettici (ad esempio la clorexidina), ma anche sostanze coadiuvanti la riparazione cutanea (ad esempio allantoina, bisabololo).
In commercio esistono molti prodotti studiati per questo scopo, per maggiori informazioni consulta la pagina “Salute della cute e degli annessi: i prodotti dermatologici ad uso topico“.
Terapia antibiotica sistemica
Idealmente, l’antibiotico non andrebbe iniziato fino a che gli esiti dell’esame colturale e dell’antibiogramma non siano disponibili. Se il trattamento fosse necessario subito, la scelta di un farmaco dovrebbe essere basata sui segni clinici e sulla citologia, ipotizzando quali siano i microrganismi più frequenti e le loro possibili sensibilità agli antibiotici.
Una volta disponibili i risultati dell’antibiogramma, la terapia antibiotica andrebbe, se necessario, aggiustata ad hoc.
Dal momento che la cute è l’organo più vasto del corpo e l’apporto di sangue che riceve in proporzione è scarso, per la piodermite gli antibiotici dovrebbero essere utilizzati alla dose più alta. Inoltre, gli animali andrebbero sempre pesati per permettere un dosaggio il più accurato possibile.
La durata del trattamento antibiotico dipende dalla profondità dell’infezione (da 2-3 settimane per le piodermiti di superficie a 4-6 settimane o più per quelle profonde). In ogni caso la terapia va continuata fino a completa guarigione clinica e citologica.
Gli animali trattati andrebbero ricontrollati ogni 1-2 settimane.
In conclusione
Riassumendo:
Se l’animale presenta sintomi riconducibili alla patologia o al disturbo qui presentati, rivolgersi al proprio Medico Veterinario di fiducia.