Gli acari delle orecchie del cane e del gatto

“Potrebbe avere gli acari?”

Qualunque proprietario di cane o gatto si sarà posto questa domanda vedendo il proprio animale grattare o scuotere le orecchie in maniera compulsiva.  Certo, potrebbe essere questo il problema, infatti gli acari delle orecchie sono parassiti di frequente riscontro nel cane e nel gatto. Conosciamoli più da vicino.

 

Otodectes cynotis: l’acaro delle orecchie del cane e del gatto

L’otoacariasi nel cane e nel gatto, cioè l’infestazione da acari dell’orecchio o rogna otodettica, è causata da un acaro chiamato Otodectes cynotis  che, oltre a queste specie, può colpire anche il furetto.

Questo parassita si localizza nel canale uditivo esterno, causando prurito, irritazione e fastidio auricolare. Solo in rari casi e in animali immunodepressi questo acaro può diffondersi al resto del corpo causando dermatiti diffuse.

Ciclo vitale di Otodectes cynotis

Otodectes cynotis trascorre l’intero ciclo vitale sull’ospite, passando da un animale all’altro per contatto diretto. Per questo motivo l’otoacariasi è estremamente diffusa negli animali che condividono lo stesso ambiente.

Quando le femmine depongono le uova, le forme larvali fuoriescono dopo circa 4 giorni e nel giro di 3 settimane raggiungono lo stadio adulto.

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Quali sintomi clinici causano gli acari delle orecchie nel cane e nel gatto?

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L’otoacariasi nel cane e nel gatto è una patologia piuttosto frequente. Otodectes cynotis può infestare animali di tutte le età, tuttavia risultano essere maggiormente colpiti cuccioli e gattini e soggetti immunodepressi.

L’acaro si localizza superficialmente nel condotto uditivo esterno e all’esame otoscopico si presenta come un minuscolo puntino bianco mobile. L’infestazione può interessare un solo orecchio oppure entrambe e di solito è associata ad abbondante produzione di cerume scuro, ceroso e maleodorante. In tal caso si parla di otite esterna da acari.

In alcuni soggetti, gli acari dell’orecchio sono ben tollerati e non causano comparsa di segni clinici evidenti. Tuttavia, nella maggior parte degli animali l’otoacariasi causa comparsa di prurito auricolare piuttosto intenso e persistente, infiammazione del condotto uditivo e conseguente grattamento.

 

Nei casi più gravi e non trattati l’autotraumatismo da parte dell’animale può causare la comparsa di eritema ed escoriazioni (nel gatto talvolta sanguinolente) a livello dei padiglioni auricolari e della zona retroauricolare.

Molti cani tendono a scuotere e grattarsi le orecchie in maniera compulsiva e addirittura si può arrivare alla comparsa di un otoematoma (raccolta di sangue nella pinna auricolare).

Diagnosi dell’otoacariasi nel cane e nel gatto

Sebbene la sintomatologia clinica sia fortemente indicativa di otoacariasi, per confermare il sospetto diagnostico si può ricorrere all’esame otoscopico oppure ad un tampone auricolare eseguiti presso il proprio Veterinario di fiducia.

L’esame otoscopico consente di visualizzare gli acari all’interno del condotto uditivo, tuttavia in molti casi questo è fortemente infiammato e ciò rende difficile e dolorosa per l’animale l’ispezione con l’otoscopio.

In alternativa con un tampone si può prelevare con delicatezza del materiale auricolare e osservarlo al microscopio: gli acari sono ben riconoscibili dalle loro lunghe zampe.

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Terapia dell’otoacariasi nel cane e nel gatto

La terapia per Otodectes cynotis consiste nella somministrazione di antiparassitari ad uso esterno (gocce, spot-on, spray) oppure interno (compresse, tavolette).

Tra gli antiparassitari ad uso esterno ci sono quelli topici da applicare nel canale auricolare (gocce specifiche per gli acari delle orecchie del cane e del gatto) oppure quelli sotto forma di spot-on.

A seconda della terapia scelta, può essere necessario un solo intervento oppure somministrazioni ripetute a specifici intervalli di tempo.

Al fine di eradicare completamente l’infestazione, è essenziale trattare tutti gli animali conviventi nello stesso ambiente, anche se uno solo appare colpito.

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Terapia dell’otoacariasi nel cane e nel gatto

La terapia per Otodectes cynotis consiste nella somministrazione di antiparassitari ad uso esterno (gocce, spot-on, spray) oppure interno (compresse, tavolette).

Tra gli antiparassitari ad uso esterno ci sono quelli topici da applicare nel canale auricolare (gocce specifiche per gli acari delle orecchie del cane e del gatto) oppure quelli sotto forma di spot-on.

A seconda della terapia scelta, può essere necessario un solo intervento oppure somministrazioni ripetute a specifici intervalli di tempo.

Al fine di eradicare completamente l’infestazione, è essenziale trattare tutti gli animali conviventi nello stesso ambiente, anche se uno solo appare colpito.

Gli acari delle orecchie del cane e del gatto si attaccano all’uomo?

Numerosi studi scientifici hanno dimostrato che Otodectes cynotis non contagia l’uomo e il rischio è circoscritto agli animali domestici.

La trasmissione è però altamente probabile tra cani e gatti che vivono nello stesso ambiente. Dunque, in caso di otoacariasi è necessario controllare e trattare tutti gli animali conviventi.

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L’importanza di una buona prevenzione: la pulizia delle orecchie

Le orecchie sporche rappresentano uno dei fattori predisponenti l’otoacariasi nel cane e nel gatto: infatti, gli acari trovano in questo ambiente sporco e umido l’habitat ideale per la loro sopravvivenza.

Dal momento che il cerume e i detriti cellulari rappresentano per gli acari una fonte di protezione e nutrimento, una pulizia regolare e corretta delle orecchie con prodotti adeguati consente di ridurre di molto il rischio di otoacariasi.

Per maggiori informazioni, consulta le pagine “Come pulire le orecchie al cane” e “Come pulire le orecchie al gatto” .

In conclusione

Riassumendo, gli acari delle orecchie del cane e del gatto:

  • colpiscono principalmente animali giovani ed immunodepressi
  • causano una forma di otite esterna molto pruriginosa che può indurre l’animale a grattarsi e causarsi lesioni da autotraumatismo
  • sono molto contagiosi perciò la trasmissione è altamente probabile tra soggetti conviventi, tuttavia non si attaccano all’uomo
  • si trattano somministrando antiparassitari specifici a tutti gli animali infestati e anche ai loro conviventi (anche se apparentemente non sembrano colpiti)
  • si prevengono attraverso una regolare e corretta pulizia delle orecchie.
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