Leishmaniosi canina

La leishmaniosi canina è una malattia protozoaria che può colpire i nostri amici a quattro zampe, in particolare il cane. Questa patologia rappresenta una seria minaccia per la salute animale, con conseguenze potenzialmente letali se non trattata in tempo.

In questo articolo esploriamo insieme la patogenesi della malattia, i sintomi clinici, la diagnosi e il trattamento.

Leishmania infantum, agente eziologico della leishmaniosi canina

La leishmaniosi canina è causata da protozoi del genere Leishmania, parassiti intracellulari che si sviluppano all’interno dei flebotomi, gli insetti vettori responsabili della trasmissione.

Ne esistono circa 30 specie diverse. Nel caso del cane, quella responsabile dello sviluppo della patologia è Leishmania infantum, nota anche per il suo potenziale zoonotico (cioè di colpire anche l’uomo).

Il flebotomo, insetto vettore responsabile della trasmissione

L’infezione da Leishmania infantum viene trasmessa attraverso la puntura di insetti ematofagi del genere Phlebotomus, comunemente noti come flebotomi o pappataci. Questi insetti sono attivi principalmente al crepuscolo e durante la notte. Mentre i maschi si nutrono di succhi vegetali, le femmine necessitano di sangue per riprodursi e pungono gli animali durante le ore serali-notturne, tra maggio e ottobre nelle zone temperate.

Nel flebotomo Leishmania infantum si sviluppa nella forma flagellata, il promastigote, che è altamente mobile e infettante. Quando il flebotomo femmina si nutre di sangue da un animale infetto, ingerisce gli amastigoti, una forma del parassita priva di flagello, che si trasforma poi in promastigote nel suo apparato digerente. Durante un successivo pasto di sangue, i promastigoti vengono trasmessi all’ospite.

Evoluzione della patologia

L’inoculo del parassita Leishmania avviene nel derma del cane quasi immediatamente dopo la puntura del flebotomo, che si nutre di sangue in pochi secondi. I flebotomi preferiscono colpire aree del corpo poco coperte da pelo, come le pinne auricolari, il naso e l’addome, dove possono comparire lesioni papulari. La diffusione del parassita e lo sviluppo della malattia dipendono dalla risposta immunitaria del cane.

Leishmania infantum si replica all’interno dei macrofagi (globuli bianchi presenti a livello dei tessuti), localizzandosi principalmente nei linfonodi, nella milza, nel midollo osseo e nel fegato, dove è rilevabile poche settimane dopo l’infezione.

L’infezione nel cane, solitamente cronica, può essere asintomatica o evolvere in malattia clinicamente conclamata. La risposta immunitaria è cruciale: una risposta di tipo Th1 (attivazione dell’immunità cellulo-mediata) favorisce la resistenza alla malattia, mentre una risposta Th2 (attivazione dell’immunità umorale) aumenta la suscettibilità, provocando complicazioni come glomerulonefrite, vasculite, poliartrite e meningite.

Fattori di rischio

Fattori come razza, età e predisposizione genetica influenzano il rischio di sviluppare la malattia.

 

Razze come Boxer, Cocker Spaniel, Rottweiler e Pastore Tedesco sembrano essere più suscettibili, mentre razze evolutesi in aree endemiche presentano minori segni clinici.

 

La malattia è più frequente nei cani giovani (2-4 anni) e in quelli anziani (oltre 7 anni).

leishmania cane - Teknofarma
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Quali sono i sintomi

La leishmaniosi canina è una malattia cronica, e i segni clinici possono comparire da 3 mesi fino a 7 anni dopo l’infezione.

 

Tuttavia, lo stato di infezione, cioè la presenza del parassita nell’organismo, non sempre corrisponde allo sviluppo della malattia, che può manifestarsi con sintomi gravi o in modo quasi impercettibile.

 

Tra i sintomi più comuni si riscontrano:

  • linfoadenomegalia (aumento di dimensioni dei linfonodi)
  • anoressia
  • perdita di peso
  • debolezza muscolare
  • intolleranza all’esercizio
  • lesioni cutanee (es. noduli, ulcere, alopecia periorbitale…)
  • problemi oculari (es. cheratocongiuntivite, uveite)
  • zoppia
  • insufficienza renale
  • sintomi gastroenterici.

In alcuni cani si osserva epistassi (sanguinamento dal naso), mentre in casi rari si nota una crescita abnorme delle unghie, nota come onicogrifosi.

 

La Leishmania può infettare vari organi e tessuti, causando una vasta gamma di sintomi clinici, che rendono la diagnosi complessa e la manifestazione della malattia variabile da soggetto a soggetto.

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Diagnosi

La diagnosi di leishmaniosi canina si basa su una combinazione di osservazioni cliniche, esami di laboratorio e test diagnostici. Questi ultimi includono metodi diretti che servono per identificare il parassita e metodi indiretti che servono per rilevare la presenza di anticorpi contro Leishmania infantum. I test diagnostici più utilizzati includono metodiche sierologiche quantitative (IFAT ed ELISA), test rapidi, tecniche molecolari e metodi cito-istologici.

Un aspetto cruciale della diagnosi è distinguere tra cani “infetti ma clinicamente sani” e cani “malati”. Se un cane non mostra sintomi evidenti, è corretto parlare di infezione, mentre si parla di malattia quando i sintomi clinici sono chiaramente attribuibili alla presenza del parassita.

 

Gli obiettivi principali della diagnosi sono:

  • confermare la patologia in cani malati
  • eseguire uno screening in soggetti apparentemente sani in aree a rischio
  • escludere l’infezione in cani donatori di sangue o riproduttori.
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Trattamento

Prima di parlare del trattamento, è fondamentale distinguere tra cane “infetto” e un cane “malato”. Un cane infetto presenta il parassita, rilevabile attraverso test diretti o indiretti, ma può non mostrare sintomi per mesi o anni. Solo quando compaiono segni clinici evidenti o alterazioni ematologiche o biochimiche, il cane viene considerato malato.

La gravità della malattia varia a seconda degli organi coinvolti, e l’inquadramento clinico è essenziale per definire la prognosi e il trattamento.

I farmaci più comunemente utilizzati sono l’antimoniato di meglumina e l’allopurinolo, generalmente utilizzati in combinazione. Altri farmaci come la miltefosina e il domperidone sono anche spesso utilizzati. La miltefosina può essere usata da sola o con allopurinolo, mentre il domperidone può migliorare la risposta immunitaria nei cani con malattia lieve. In ogni caso, la terapia difficilmente riesce ad eliminare il parassita dall’organismo.

Betaglucani a supporto del sistema immunitario

Come già spiegato prima, nello sviluppo della malattia conclamata dopo l’infezione da Leishmania infantum, il sistema immunitario gioca un ruolo cruciale. Quando il parassita entra nell’organismo del cane, la risposta immunitaria determina se l’infezione rimarrà asintomatica o evolverà in una forma clinica grave. Una risposta immunitaria efficace può limitare la replicazione del parassita e prevenire l’insorgenza della malattia.

Tuttavia, in alcuni casi, il sistema immunitario può non rispondere in modo adeguato, portando a un’infezione persistente e, infine, a manifestazioni cliniche.

In questo contesto, un’integrazione nutrizionale con betaglucani, noti per la loro azione immunomodulante, può rivelarsi utile. I betaglucani possono contribuire ad orientare la risposta immunitaria verso un profilo più efficace (Th1).

 

Pertanto, l’integrazione con prodotti contenenti betaglucani (come Stimulfos Pet Line) potrebbe rappresentare un valido supporto nei pazienti in trattamento per leishmania, aiutando a modulare la risposta immunitaria del cane e orientandola nella direzione corretta per combattere l’infezione e prevenire lo sviluppo di forme cliniche gravi.

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Prognosi

La prognosi per i cani con leishmania varia a seconda di diversi fattori, come lo stadio della malattia, la gravità dei danni clinico-patologici (specialmente quelli renali) e la risposta alla terapia. I cani con malattia renale grave hanno una prognosi sfavorevole, che può andare da riservata a molto negativa. La malattia renale avanzata è spesso la causa principale di morte o dell’eutanasia nei cani con leishmaniosi.

In conclusione

  • La leishmaniosi canina è una patologia sempre più diffusa, dovuta all’infezione da parte del protozoo Leishmania infantum, che viene trasmesso al cane attraverso la puntura di un insetto vettore, il flebotomo.
  • L’evoluzione della malattia, che può avere una sintomatologia molto variabile a seconda degli organi colpiti, dipende dall’efficienza del sistema immunitario dell’ospite.
  • Il trattamento varia a seconda dello stadio clinico della malattia e prevede l’uso di uno o più farmaci (antimoniato di meglumina, allopurinolo, miltefosina…).
  • Proprio poichè il decorso della patologia dipende dall’efficienza delle difese immunitarie dell’ospite, può essere utile un’integrazione nutrizionale con sostanze immunomodulanti, come i betaglucani, a supporto del sistema immunitario.
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